I giovani e la riscoperta della campagna. La parola a Maria Letizia Gardoni

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Osimo | intervista al presidente dei giovani imprenditori agricoli della Coldiretti Marche

I giovani e la riscoperta della campagna
La parola a Maria Letizia Gardoni

È giovane, con tanta voglia di fare e fa parte di quella schiera di ragazzi che stanno riscoprendo e riportando in auge il lavoro in campagna

di Matteo Valeri

Maria Letizia Gardoni il giorno della sua riconferma
Maria Letizia Gardoni il giorno della sua riconferma

È giovane, con tanta voglia di fare e fa parte di quella schiera di ragazzi che stanno riscoprendo e riportando in auge il lavoro in campagna. Stiamo parlando di Maria Letizia Gardoni, riconfermata per un secondo mandato al vertice dei giovani imprenditori agricoli della Coldiretti Marche. Osimana, 24 anni, dopo il diploma al liceo Classico e la laurea alla Facoltà di Agraria è riuscita a coronare il suo sogno di poter creare un’azienda agricola. Ed oggi si trova a rappresentare tutti quei giovani che come lei, per passione, decidono di tornare al mestiere dei loro nonni. Abbiamo fatto alcune domande a Letizia esempio di quella Italia di cui c’è da essere orgogliosi e di quei giovani che decidono di mettersi in gioco.

Allora Letizia, complimenti per la tua riconferma, innanzitutto com’è questa esperienza "presidenziale" e quali sono gli obbiettivi che vi ponete, come giovani imprenditori agricoli della Coldiretti Marche, per il futuro?

Sicuramente è una grande responsabilità dover rappresentare molto giovani che hanno fatto la mia stessa scelta di vita, ma la grande passione che metto in questo incarico viene ripagata dall’impegno e da quello che fanno i miei colleghi. È anche molto impegnativo perché sei chiamato ad una grande attività sul territorio, partecipando a momenti istituzionali, dibattiti, incontri con i membri di altri settori ma allo stesso tempo molto stimolante. Per quanto riguarda gli obbiettivi futuri continueremo a portare avanti e a diffondere l’idea di una filiera agricola sostenibile in Italia ma vorremo anche provare a dare un contributo tangibile alle politiche giovanili nazionali. Inoltre continueremo il proficuo dialogo intersettoriale con le altre associazioni di categoria per confrontarci su diverse tematiche. Per esempio a breve, tra le iniziative di quest’anno, partirà il progetto organizzato insieme alla biblioteca comunale di Ancona "Benincasa" in cui vi saranno alcune serate in cui ci sarà un connubio tra letteratura e cibo.

Secondo i dati della Coldiretti, nel primo trimestre dell’anno l’occupazione dei giovani sotto i 35 anni in agricoltura ha segnato un aumento del 9 per cento. Perché secondo te c’è stato un aumento così significativo?

Innanzitutto vorrei fare una precisazione. Molti giovani che ritornano a dedicarsi all’agricoltura non lo fanno perché costretti dalla crisi, ma perché è la loro aspirazione e perché è una loro precisa scelta, non una sorta di ripiego. Comunque il settore è in continua crescita ed è un settore appetibile, anche perché puoi produrre di tutto. Non solo le tradizionali derrate alimentari ma ci sono aziende che dalle olive producono i prodotti cosmetici, oppure dalla fibre naturali producono dei tessuti, o ancora si concentrano sul sociale. Insomma se hai una buona intuizione e un pò di creatività, è un settore adatto a sviluppare molte nuove idee.

Dagli ultimi dati di Coldiretti Marche, si registra una crescita della filiera corta nel territorio regionale. Come ti spieghi tale incremento?

Questa crescita della filiera corta, soprattutto nell’ultimo periodo, è una vera e propria rivoluzione. I vantaggi sono sia per il produttore che per il consumatore. Il produttore vendendo direttamente i propri prodotti è sottratto dalle logiche di mercato della filiera tradizionale, che vede un rincaro del prezzo iniziale notevole per i vari passaggi tra i soggetti della filiera, senza che vi sia per il produttore stesso un ritorno economico, anzi tutt’altro. Per il consumatore, oltre ad un vantaggio economico, vi è la possibilità di sapere da dove viene il prodotto che mangia visto che spesso nella GDO la rintracciabilità non è così chiara. Inoltre si instaurano quei rapporti sociali tra produttore e consumatore che sono molto importanti.

Martedì 17 settembre 2013

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