Ancona | importante novità
Comprendere in quali zone del Comune di Ancona gli effetti di un eventuale sisma potrebbero essere particolarmente amplificati, anche per dare indicazioni per interventi edilizi e scelte urbanistiche
Comprendere in quali zone del Comune di Ancona gli effetti di un eventuale sisma potrebbero essere particolarmente amplificati, anche per dare indicazioni per interventi edilizi e scelte urbanistiche; verificare le condizioni limite dell’emergenza al fine di gestirla al meglio, cioè individuare edifici strategici, percorsi stradali, punti critici, di accoglienza e logistici in caso di terremoto. Sono gli obiettivi dell’indagine di microzonazione sismica cui si affianca la verifica delle condizioni limite per l’emergenza che il Comune, dipartimento di protezione civile con la Regione, ha messo a punto per primo nelle Marche. Si tratta di un progetto alla seconda annualità, finanziato con 60 mila euro da Regione e dipartimento protezione civile, presentato stamani in Comune alla presenza del sindaco Valeria Mancinelli. Quello di Ancona è un territorio a diffusa esposizione a rischio sismico, dove però – ha spiegato Antonio Ninivaggi, responsabile dell’ufficio di protezione civile del Comune – gli edifici sono stati ben costruiti dal punto di vista antisismico: le due indagini sono in grado ora di dare alla pubblica amministrazione, ai privati e ai liberi professionisti dati preziosi per orientare interventi edilizi, manutenzioni, ma anche scelte di pianificazione urbanistica sull’esistente e per nuove costruzioni. Nella carta di microzonazione le varie zone del territorio anconetano sono state segnalate con colori diversi che vanno dal viola (quelli maggiormente suscettibili d’instabilità in caso di evento tellurico) al bianco: tra i territori più "instabili" ci sono la zona della frana Barducci, varie porzioni di terreno retrostante, e quella costiere a sud del Passetto. Altre zone in cui gli effetti del sisma potrebbe essere più amplificato (ma non è detto che subiscano più danni) sono poi quelle dove c'è terra riportata e non sedimentata come il porto e la Baraccola. Quanto alle condizioni limite per l’emergenza, ad Ancona sono stati monitorati circa 3 mila edifici, individuate 35 costruzioni strategiche che devono obbligatoriamente funzionare (ospedali, caserme), 30 aree d’accoglienza e due logistiche (dove verrà concentrata la popolazione in caso di grave sisma). «È uno strumento di protezione attiva – ha osservato l’ing. Luciano Lucchetti del Comune di Ancona – essenziale in un territorio con molte situazioni di fragilità idrogeologiche, anche per evitare danni che vi sarebbero procedendo alla cieca». «Prevenzione e pianificazione – ha detto la Mancinelli – sono strumenti essenziali per la città. Le attività di studio per ridurre rischi ed effetti dei fenomeni sono investimenti che servono a tutelare persone e cose. Danno indicazione da tenere in considerazione per pianificazione urbanistica e interventi». «Dalle tragedie – ha sottolineato Maurizio Urbinati, assessore ai lavori pubblici – Ancona ha ricavato eccellenze come sistema di monitoraggio della frana e microzonazione». «Il lavoro svolto – ha chiosato Stefano Foresi, assessore ai Lavori Pubblici – servirà a migliorare le scelte sul territorio, a pianificare e prevenire in modo più preciso». Conoscere le parti del territorio dove gli effetti del terremoto si amplificano di più, analizzando la morfologia del territorio, ha spiegato Pierpaolo Tiberi, Protezione civile Regione Marche, fornisce indicazioni preziose a chi costruisce e a chi pianifica: «Quello svolto è uno studio articolato che non è un punto di arrivo ma di partenza per varie iniziativa».
Venerdì 4 ottobre 2013