Chiaravalle | in merito alla probabile chiusura del nosocomio cittadino
Se la difesa dell'ospedale di Chiaravalle e quella dell'intero sistema sanitario della bassa Vallesina non fosse una cosa terribilmente seria e la situazione oramai gravemente compromessa si potrebbe sorridere di fronte ai goffi tentativi del Pd
di Circolo del PRC di Chiaravalle
Se la difesa dell' ospedale di Chiaravalle e quella dell' intero sistema sanitario della bassa Vallesina non fosse una cosa terribilmente seria e la situazione oramai gravemente compromessa si potrebbe sorridere di fronte ai goffi tentativi che il PD in regione e a Chiaravalle mette in atto per salvare la faccia. Prima, in consiglio regionale, conniventi e supini alla controriforma proposta dalla giunta Spacca (cioè visto che si tratta del partito di maggioranza relativa, dal PD stesso) e, in città rassicuranti e pronti alla minimizzazione all’ inizio e poi rassegnati, basti il consiglio comunale aperto, per altro chiesto dalle opposizioni, costruito in accurata clandestinità per evitare il più possibile la partecipazione dei cittadini e scientificamente disertato da tutti i consiglieri regionali di maggioranza e da quelli dei partiti che hanno a Chiaravalle ruoli di governo ( come ad esempio Binci di Sel) per evitare critiche e soprattutto di prendersi impegni. Ora, a stalla aperta e buoi in fuga, si inventano «astute» proposte, come quella dello spostamento di Cingoli nell' area vasta di Macerata, con la speranza di recuperare in questo modo posti letto e funzioni sanitarie per l’ospedale Montessori e, qui, Badiali e Busilacchi si mostrano, addirittura, sprezzanti del ridicolo poichè testimoniano, con questo atto, la loro «inutile» presenza commissione sanità, dove hanno solo taciuto e assentito. Oppure, come fa l’amministrazione comunale diChiaravalle, reiterano litanie querule per essere ricevuti da Spacca e Mezzolani come se quell' incontro, per altro sempre sprezzantemente negato, possa cambiare le sorti della vicenda. Quelle sorti, lo ripetiamo, possono essere modificate solo con un impegno di lotta e con un'azione amministrativa che metta in discussione l'intero impianto della controriforma PD e soci. Proprio per questo abbiamo indicato la strada della proposta di legge di iniziativa popolare e ai sindaci chiediamo atti coraggiosi e determinati non il «pio pio» attuale.
Giovedì 25 luglio 2013