di Matteo Valeri
Alla presentazione della Mostra “Da Rubens a Maratta”, che si era tenuta a Giugno, Vittorio Sgarbi, curatore della mostra medesima, l’aveva definita come una delle mostre maggiori d’Italia in questo 2013. Dopo essersi immersi, ed estasiati, dalle grandi opere di Pomarancio, Guercino, Mattia Preti, Vouet, Gentileschi , Guido Reni e dell’artista fiammingo Pietro Paolo Rubens e del pittore cameranense Carlo Maratta si ha la totale conferma del fatto che le parole del critico d’arte non erano un’esagerazione. Le oltre cento opere selezionate dallo stesso Sgarbi e da Stefano Papetti, alcune delle quali provenienti da collezioni private, sono un vero e proprio toccasana per gli occhi. La mostra è allestita all’interno del Palazzo Campana, suddivisa in 8 sezioni a tema, in cui viene esaltato lo stile barocco del ‘600 nelle Marche. Così nella prima sala trovano spazio le opere commissionate dal Cardinale Antonio Mario Gallo, che fu Protettore della Basilica di Loreto e Vescovo di Osimo, a grandi artisti del calibro di Pomarancio e Guido Reni. Nella seconda sala il visitatore è accolto dal maestoso arazzo di Rubens “Assunzione della Vergine” , realizzato dal pittore fiammingo nel 1632. Un’esplosione di colori che non può lasciare indifferenti. Di notevole interesse alcune opere del pittore Orazio Gentileschi come “Circoncisione” e “Santa Maria Maddalena Penitente” mentre il pittore parigino Simon Vouet con l’ “Ultima Cena”, conservata a Loreto, realizza un’opera con un’attenzione quasi maniacale per i dettagli. Nella quarta sezione è il Guercino ad avere il ruolo principale. “L’Immacolata Concezione", commissionata da Carlo Antonio Camerata, mette l’osservatore di fronte ad una Vergine di rara bellezza, quasi come fosse una Venere “appoggiata” sulla falce di luna sopra il mare. “La Madonna del Rosario”, opera conservata nella chiesa di “San Marco Evangelista” ad Osimo, fu commissionata dal Cardinale Galamini. Sempre nella stessa sezione si trovano alcune opere dell’artista pesarese Simone Cantarini, “discepolo” di Guido Reni, che con uno stile raffinato ci restituisce alcuni ritratti di grande efficacia espressiva. La quinta sezione è concentrata sull’attività di mecenatismo promossa dai cardinali Antonio e Francesco Barberini con alcune composizioni di Lazzaro Baldi, Giacinto Brandi e Giacinto Gimignani. Particolarmente interessante, anche per il soggetto, “San Dionigi decollato” di Giacinto Brandi, con il santo che regge la propria testa dopo la decollazione e con il realismo estremo del sangue che fuoriesce dal proprio corpo. Nella sesta sezione trovano spazio le opere di Maratta, di cui ricorrono i 350 anni della sua scomparsa. Qui viene esaltata sia la sua capacità di ritrattista, come con il “Ritratto di Gaspare Marcaccioni” e il “Ritratto di Giovanni Garzoni”, ma anche la sua grande capacità di affrontare temi completamente differenti, passando dal “sacro” al “profano”, nelle sezioni sette e otto. Proprio nell’ultima sezione, allestita all’interno della cappella progettata dall’architetto Andrea Vici, trovano spazio le composizioni a soggetto sacro. La mostra resterà aperta fino al 15 Dicembre. Un’occasione da non perdere, sia per i cittadini osimani che per gli amanti dell’arte.
Domenica 3 novembre 2013
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