Storico accordo tra i sindaci della Val Musone per le prospettive della sanità ospedaliera

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Osimo | Il documento verrà consegnato alla regione

Storico accordo tra i sindaci della Val Musone
per le prospettive della sanità ospedaliera

Storico accordo sulle prospettive della sanità ospedaliera della Valle del Musone alla luce delle recenti decisioni regionali tra i Sindaci di Osimo, Castelfidardo, Loreto, Camerano, Numana, Sirolo e Offagna

di Comune di Osimo

Il documento verrà consegnato da tutti i Sindaci alle autorità Regionali
Il documento verrà consegnato da tutti i Sindaci alle autorità Regionali

Storico accordo sulle prospettive della sanità ospedaliera della Valle del Musone alla luce delle recenti decisioni regionali tra i Sindaci di Osimo, Castelfidardo, Loreto, Camerano, Numana, Sirolo e Offagna.

Nella giornata di ieri, dopo un ampio e proficuo dibattito svoltosi nel mese di agosto tra i primi cittadini dei comuni coinvolti, mossisi di comune accordo dopo il consiglio comunale straordinario di Osimo svoltosi nell'atrio comunale lo scorso 5 agosto, è stato firmato un documento di analisi delle problematiche della sanità ospedaliera locale con richieste di modificazione del piano delle reti cliniche regionale di prossima emanazione.

Il documento verrà consegnato da tutti i Sindaci alle autorità Regionali il prossimo MARTEDI 10 SETTEMBRE ALLE ORE 10,30 alla ripresa cioè dei lavori del Consiglio Regionale dopo la pausa estiva. L'invito è esteso agli assessori, consiglieri, rappresentanti istituzionali di ogni genere e cittadini dei sette comuni. «Credo che questa volta l'Assessore Mezzolani e il Presidente Spacca non potranno che riceverci ma quel che più conta non potranno non tenere in debita considerazione le istanze di tutto un territorio reclamate da ben sette primi cittadini» ha commentato il sindaco di Osimo Stefano Simoncini.

Di seguito un ampio stralcio del documento approvato all'unanimità dai Sindaci. 

«... tenuto conto del dibattito pubblico svoltosi nel Consiglio Comunale di Osimo del 5/8/2013 in merito all’assistenza ospedaliera della zona a sud di Ancona e, delle valutazioni emerse da tutte le forze politiche/amministrative ivi presenti, rinnovano il richiamo al Presidente Giunta Regione Marche, all’Assessore alla Sanità Regione Marche, al Direttore Area Vasta n . 2 ed al Direttore Generale Asur,  ai doveri di solidarietà e cura degli interessi della popolazione del territorio osimano e del bacino della bassa valle del Musone, da lunghi anni compromessi o ignorati dalle Istituzioni da essi rappresentate, ovvero non ancora soddisfatti dalla mancata realizzazione ed entrata in funzione del nuovo Ospedale di Rete/INRCA.

Si evidenzia che tale territorio ha una forte vocazione turistica e dagli abituali 80.000 abitanti raggiunge picchi di presenze superiori ai 150.000 abitanti con unità non censite in quelle dell’ osservatorio Regionale sul turismo, come quelle del turismo religioso a Loreto, fortemente caratterizzato da fedeli con disabilità o anziani (numero di presenze di un anno stimato attorno ad un milione di pellegrini).

Stante tali premesse i Sindaci ritengono, ancora una volta, fortemente lesiva del diritto alla salute la proposta di riordino delle reti cliniche concordata dalle Direzioni delle Aziende del servizio Sanitario regionale per le seguenti considerazioni:

-  Mancanza dei requisiti di sicurezza e qualità delle cure; equità dell’accesso alle cure; sostenibilità economica delle scelte (appropriatezza, etica nell’uso delle risorse);

-  Vanificazione tutela delle eccellenze.

Con riguardo alla paventata soppressione del reparto ostetricia/ginecologia e riduzione posti per acuti, compensati, in parte, con nuovi posti di lungodegenza, si rileva la carenza del requisito di realizzazione di rete effettivamente a servizio del cittadino ed appropriatezza delle scelte.

Sia nel Comune di Castelfidardo che di Loreto funzionano da tempo strutture sanitarie a rilevanza sociale, specialistiche per la lungodegenza, dotate di personale dedicato ed esperto cui si affiancano e completano l’offerta, le Residenze per Anziani delle varie Case di Riposo (residenze protette, strutture residenziali socio-assistenziali a rilevanza sanitaria ecc.) operative oltre che nei predetti comuni anche a Camerano ed Osimo.

Sacrificare posti per acuti per servizi che già sono egregiamente assicurati dalla rete socio-sanitaria locale, anche in funzione sussidiaria, nella zona sud di Ancona è diseconomico, di non evidente utilità pratica e non certamente prioritario nel quadro delle esigenze di tutela sanitaria del territorio interessato.

Di contro, il mantenimento – per ora nel SS. Benvenuto e Rocco e poi nel costruendo Ospedale di Rete/INRCA – dei posti letto di ostetricia/ginecologia, assolve il concetto di appropriatezza, equità di accesso e tutele delle eccellenze (vedi i riconoscimenti ottenuti dal presidio di Osimo a carattere nazionale e oltre). Il tutto con modesti interventi e/o aggiustamenti a livello di risorse umane (equipe integrate) e linee di attività (vedi servizio neonatologia e pediatria con guardia attiva di anestesia) compensati dalla non introduzione dei posti di lungodegenza.

Valgono altresì le considerazioni già espresse dal C.C. di Osimo nella richiamata seduta del 5/8 u.s. circa il mantenimento dei punti nascita nelle sole strutture ospedaliere che garantiscano 1.000 parti l’anno, obiettivo di fatto reso impossibile per la struttura di Osimo ove non si dirottino in essa, dal Salesi (Ospedale a servizio di tutta la Regione) i parti non necessitanti cure particolari o che non presentino complessità di intervento.

Chiudere il reparto di ostetricia di Osimo significherebbe di fatto una migrazione forzata delle gestanti verso le altre strutture dell’Area vasta n. 2, aggravando così il Salesi ovvero garantendo ai presidi  di  Jesi e Senigallia  (oggi attestati sugli 800 parti all’anno) il raggiungimento della soglia di salvezza a discapito di un territorio che non ha alcuna affinità di mobilità verso tali comuni.

Le ambiguità e contraddizioni della proposta riorganizzazione delle reti cliniche possono invece essere superate considerando n. 4 SOC per l’Area Vasta n. 2, nella proposta a tendere, inserendo 1 punto nascita/ostetricia (SOC) anche nell’ospedale di rete/INRCA con continuità dell’offerta attuale nel SS. Benvenuto e Rocco sino all’inizio attività della nuova struttura sanitaria e per almeno n. 10 posti letto.

Si chiede pertanto alla Regione Marche un puntuale intervento correttivo che garantisca anche alle popolazioni dell’Ambito XIII l’accesso ad una rete dell’area materno infantile appropriata ad un territorio di circa 80.000 abitanti.

Per quanto attiene difatti la sicurezza e la qualità delle cure, la mancanza della MSA Automedica presso il SS. Benvenuto e Rocco ed il mancato rinnovo con la CRI osimana della convenzione per il servizio diurno di 118, rendono il territorio osimano – esteso per 105 Km. Quadrati e con una popolazione di oltre 34.000 abitanti – escluso da una efficiente rete territoriale di soccorso.

Ciò non si avrebbe con l’aggiunta di una ulteriore MSA – Automedica rispetto all’unica presente presso la Casa della Salute di Loreto, anche alla luce del fatto che non risultano per la zona sud di Ancona, rispettati i parametri dell’assegnazione di 1 MSA automedica ogni 60.000 abitanti, venendo a mancare così anche l’equità nell’accesso alle cure, con zone servite in maniera appropriata ed altre carenti o sottostimate.

E, sempre per assolvere al principio dell’ equità nelle cure, appare imprescindibile che il Servizio Sanitario Pubblico assicuri anche nel presidio ospedaliero di Loreto, oltre che di Osimo, il funzionamento della TAC, divenuto ormai strumento di diagnosi insostituibile per la tempestiva prevenzione e cura di malattie degenerative ed altro, con indubbi vantaggi per la salute dei cittadini e per le casse dello Stato.

I Sindaci intervenuti auspicano che le scelte finali vengano assunte dalla Regione Marche in contraddittorio con le forze politiche locali nell’esclusivo interesse delle comunità amministrate.

Letto, approvato e sottoscritto.»

Sabato 31 agosto 2013

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