Fabriano | Intervista al Prof. Cuteri dell'unicam

Trasmissione Tbc dal cinghiale all'uomo

«Rischio con carne abbattuta illegalmente»

Dopo la proposta della Lac di fermare la caccia al cinghiale per il 2013/2014 e l’intervento della Regione Marche per monitorare la situazione abbiamo interpellato il professor Vincenzo Cuteri

di Matteo Valeri

La questione tbc per i cinghiali nel comprensorio del Monte San Vicino
La questione tbc per i cinghiali nel comprensorio del Monte San Vicino
Il professor Vincenzo Cuteri, docente di malattie infettive degli animali domestici presso la di Scuola di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Camerino
Il professor Vincenzo Cuteri, docente di malattie infettive degli animali domestici presso la di Scuola di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Camerino

Dopo la proposta della Lac di fermare la caccia al cinghiale per il 2013/2014, vista la presenza di cinghiali infetti da tbc nel comprensorio del Monte San Vicino, e l’intervento della Regione Marche per monitorare la situazione abbiamo interpellato il professor Vincenzo Cuteri, docente di malattie infettive degli animali domestici presso la di Scuola di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Camerino sui rischi di un contagio di tbc all’uomo e le cause che portano all’insorgenza di questa patologia nel cinghiale.

Salve professore, quali sono le cause che fanno contrarre la malattia agli animali ?

Le cause della Tubercolosi sono da ascriversi al contagio con un microrganismo denominato Mycobacterium. Nel caso del cinghiale la specie maggiormente interessata è Mycobacterium avium (o specie appartenenti al Mycobacterium avium complex) ed in alcuni casi Mycobacterium bovis (o specie appartenenti al Mycobacterium tuberculosis complex). Il cinghiale di solito si comporta come ospite di mantenimento e può essere utilizzato come animale sentinella, ossia è in grado di segnalare l'infezione in un determinato territorio. Il rilievo dell'avvenuto contatto avviene ad opera dei Medici Veterinari che controllano tutti visceri degli animali abbattuti durante le battute di caccia conferiti dagli stessi cacciatori.

Perchè, secondo lei, solo la colonia di cinghiali nel fabrianese/San Vicino sarebbe stata colpita (e non gli altri cinghiali nella regione)?

Questo non è possibile stabilirlo. Evidentemente nell'areale del Fabrianese/San Vicino vi sono alcuni cinghiali infetti come peraltro accertato dall'Istituto Zooprofilattico nel 2005/2006 in seguito ad un focolaio di tubercolosi nel bovino realizzatosi nello stesso areale ed estinto grazie all'abbattimento di tutti gli animali.

Quali potrebbero essere i potenziali rischi per l'uomo se vi fosse un focolaio di Tbc tra i cinghiali di quella zona?

Il cinghiale difficilmente è in grado di trasmettere direttamente l'infezione all'uomo salvo il caso di presenza di cosiddette «lesioni aperte»e di un stretto contatto con l'animale infetto. Diverso è il caso di assunzione di carne proveniente da animali infetti, evenienza però che viene esclusa dal controllo dei visceri da parte dei Servizi Veterinari. L'assunzione di carne infetta proveniente da animali abbattuti clandestinamente potrebbe consentire invece la trasmissione dell'infezione all'uomo, bracconieri inclusi, limitata comunque dalla cottura della carne stessa o dalla stagionatura più che adeguata dei prodotti di trasformazione. Il rischio di assunzione è inoltre legato alla dose infettante, cioè alla concentrazione di batteri assunti.

Ritiene che la proposta di abolire la caccia al cinghiale per il 2013/2014 possa essere valida?

Ritengo tale proposta priva di senso se non addirittura controproducente. Le battute di caccia effettuate regolarmente consentono ai Servizi Veterinari, che hanno come ruolo primario anche la salute pubblica, di avere un perfetta conoscenza delle infezioni che circolano in un determinato territorio ed esiste una stretta e proficua collaborazione tra Cacciatori autorizzati e Medici Veterinari. Qualora vi fosse realmente un focolaio di tubercolosi nel territorio descritto sarebbe anzi opportuno incrementare gli abbattimenti al fine di avere un quadro epidemiologico più completo ed attendibile e limitare di conseguenza il numero di animali eventualmente infetti. Lasciare in libera circolazione animali infetti varrebbe dire lasciare progredire l'infezione in questi animali ed aumentare le probabilità di diffusione ad altre specie animali, uomo compreso. Infine una considerazione strettamente personale sui «bracconieri» che lucrano sulla salute dell'Uomo e che sono da considerare solo ed esclusivamente dei «delinquenti». Consapevoli di delinquere mettono a repentaglio la loro vita, e questo credo importerebbe a pochi, ma soprattutto la vita di consumatori inconsapevoli, magari anche bambini che gustando una salsiccia di cinghiale potrebbero ammalare di tubercolosi. È ora che l'omertà venga messa da parte e che ci sia una consapevolezza da parte di tutti, anche dei ristoratori che acquistando carni non certificate dai Servizi Veterinari si pongono sullo stesso piano di delinquenza dei bracconieri.

Giovedì 29 agosto 2013