«Devono scendere in campo le istituzioni». «Una cooperazione per salvare il cinema»

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Jesi | Matteo marasca sulla probabile chiusura del cinema diana

«Devono scendere in campo le istituzioni»
«Una cooperazione per salvare il cinema»

Con l'estate arriva la chiusura stagionale dell'ultimo cinema storico della nostra città. Ultimo superstite della dura legge del mercato, il cinema Diana rischia però di non riaprire più i battenti a Settembre

di Matteo Marasca Capogruppo PD

Il consigliere del PD Matteo Marasca
Il consigliere del PD Matteo Marasca

Con l'estate arriva la chiusura stagionale dell'ultimo cinema storico della nostra città. Ultimo superstite della dura legge del mercato, il cinema Diana rischia però di non riaprire più i battenti a Settembre, in quanto è già in fase avanzata l’operazione di smontaggio degli interni, facendo divenire qualsiasi ipotesi alternativa alla chiusura come non percorribile. Se può sembrare assurdo volersi battere ancora per contrastare l'inevitabile fermo di una struttura storica, che, seppur vedeva le sue poltrone riempirsi solo un giorno a settimana, quel giovedì d'essai dava un forte taglio culturale alla vita cittadina, riscontrando, tra l’altro, una discreta risposta di pubblico. Grazie ad esperienze come il Diana, si è potuto dimostrare come il cinema non sia solo intrattenimento, ma cultura, come mezzo per migliorare la stessa qualità di vita di ognuno di noi. A Jesi oramai da diversi anni manca un offerta cinematografica di livello, rendendo il nostro tessuto urbano più povero culturalmente, ma la legge del mercato non guarda in faccia nessuno, chi fa impresa deve guardare ai profitti. Ma esistono le istituzioni. Tocca a quest’ultime impedire ai valori non economici di venire ridimensionati dalle logiche del profitto. L'arte, la bellezza, il cinema... stanno sempre più soccombendo sotto i colpi della commercializzazione dell'intrattenimento. Per far risorgere l'arte e il cinema Diana, occorre l'amore per il cinema, l'amore di più persone possibili, che insieme possano unirsi, impegnarsi e pretendere a gran voce che le istituzioni facciano la loro parte, perché in una società in cui tutto è legato al profitto non possono che aversi ricadute negative sulla qualità della vita stessa. Il Comune di Jesi deve, pertanto, ricercare l'innalzamento del livello culturale della città. È per questo che chiediamo all’amministrazione comunale di non sottovalutare o trattare con superficialità quanto sta avvenendo in Via Setificio: occorre una regia istituzionale che possa favorire l’aggregazione associativa e giovanile, che voglia rilanciare economia virtuosa e valori veri sul territorio locale. Insomma, quella ricchezza non solo economica, che deriva dalla condivisione e dalla partecipazione, nonché dall’impegno civile e sociale. Perché non pensare ad una forma di cooperazione, anche giovanile, attraverso il quale garantire l’apertura del Diana o ad un progetto di rete, attraverso il quale le associazioni che si occupano di sociale, legalità, solidarietà, possano concretamente rilanciare la loro azione e promuovere le loro iniziative anche per mezzo del grande schermo. Tocca, dunque, alle istituzioni creare quel terreno fertile dal quale far partire una nuova stagione cinematografica di qualità per la nostra città: facciamolo ora, prima che sia troppo tardi.

Mercoledì 17 luglio 2013

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